Nell’attesa del rilascio ufficiale di Windows 10, in questi giorni si sta discutendo molto di una delle nuove caratteristiche del sistema operativo: Sensore WiFi (WiFi Sense, in inglese). Cosa sia e come funzioni è presto detto. E’ un meccanismo che permette l’accesso automatico agli hotspot pubblici nel mondo, ma che allo stesso tempo consente anche di dare facilmente accesso alle reti WiFi memorizzate nel proprio dispositivo ai propri gruppi di amici contenuti nei contatti e nei social network. Se questa funzione è attiva le credenziali di accesso alle reti wireless vengono condivise – attraverso un canale protetto – con un archivio centralizzato in casa Microsoft, che può essere utilizzato in modo trasparente dai dispositivi dei propri amici durante la fase di negoziazione della connessione.
E’ una funzione che è stata interpretata come una debolezza, o una vulnerabilità, del sistema.
E’ così?
Innanzitutto è bene sapere che non è una cosa nuova: è già presente su Windows Phone 8.1, ed è quindi in uso da oltre un anno. Se l’installato di Windows Phone è sicuramente percentualmente molto modesto rispetto alla controparte PC, è un fatto che sino ad oggi non ci sono segnalazioni di grandi problematiche derivanti dalla sua attivazione.
Inoltre Sensore WiFi può essere usato solo per condividere l’accesso ad internet: non è possibile né visualizzare i parametri di accesso alla rete, né accedere a computer, dispositivi o stampanti presenti nella rete locale, prevenendo in questo modo la possibilità di ingresso di virus o malware.
Microsoft ha comunque reso disponibile una pagina contenente le FAQ sull’argomento, che possono chiarire molti dubbi al riguardo.
Dato che è una funzionalità aggiuntiva, e certo non obbligatoria, a me non pare una debolezza, ma invece una opportunità che può risultare utile ad una fascia ampia di utilizzatori. Non dimentichiamo che esistono iniziative analoghe, come la rete eduroam, nata per consentire la interoperabilità nei campus universitari aderenti, proprio perché si tratta di una esigenza sentita in molti ambiti di attività.
L’importante è conoscerne l’esistenza, comprendere le sue funzioni e decidere se attivarla – scegliendo, eventualmente, con chi – oppure se disattivarla e dimenticarne l’esistenza.
Windows 10, comunque, segna un notevole progresso dal punto di vista della gestione della privacy rispetto al passato. Seguendo l’esempio tracciato da altri sistemi operativi, nel pannello di controllo l’omonima voce consente di gestire da un unico punto, e con grande dettaglio, una serie di opzioni che vanno ad impattare su questo, importantissimo, aspetto.