L’azienda, già tanto contestata dai tassisti di mezza europa, ha subito un attacco che potrebbe avere compromesso la sicurezza dei dati di circa 50.000 patenti. In un messaggio sul blog aziendale la responsabile della sicurezza di Uber ha reso noto che l’azienda ha scoperto che la violazione è iniziata il 13 maggio 2014 e scoperta il 17 settembre. Anche se non dichiarato esplicitamente, dal testo sembrerebbe che la breccia abbia interessato solo conducenti statunitensi.
Uber dovrebbe avere già contattato individualmente tutte le persone interessate al problema, a cui sarebbe stato offerto un anno di abbonamento gratuito ad un servizio di protezione dell’identità personale.
Nella foto di David Holt: la protesta dei taxy londinesi contro Uber del 11/6/14