Ad un approccio superficiale potrebbe sembrare solo un eccesso di paranoia, ma sappiamo tutti bene che la realtà è molto spesso in grado di superare largamente la fantasia. Le webcam sono diventate oramai un componente standard dei dispositivi elettronici che usiamo quotidianamente e la loro qualità è giunta a rivaleggiare quelle delle macchine fotografiche. Diamo ovviamente per scontato che il loro controllo sia nelle nostre mani. Ma quanto possiamo essere sicuri che non siano, invece, un occhio indiscreto in grado di intrufolarsi nelle nostre vite?
In effetti basta seguire la cronaca per rendersi conto che non si tratta di fanta-tecnologia. Non è nemmeno necessario scomodare i documenti del caso Datagate ed i sistemi di cibersorveglianza della NSA statunitense o dei suoi equivalenti europei. Lo scorso anno è stato sgominato un gruppo di hacker chiamato Blackshades, che vendeva un virus per controllare da remoto il computer di ignare vittime che, fra le altre cose, era in grado di attivare segretamente la webcam e carpirne le immagini. Prodotti analoghi, forse meno sofisticati ma altrettanto dannosi, si scaricano facilmente dal web.
Il rischio è quindi quello di finire nel mirino di semplici malintenzionati senza scrupoli, che è facile violino i computer più per soddisfare un insano voyeurismo che per finalità più concrete. Cosa questa che mette a rischio anche tutti noi comuni mortali: anche se non siamo di nessun interesse per le agenzie governative, potremmo facilmente ritrovarci vittime casuali di questo crimine informatico.
Il primo consiglio rimane sempre lo stesso: avere sempre attivo un buon antivirus e tenerlo costantemente aggiornato. Dobbiamo però essere allo stesso tempo coscienti che non è una soluzione perfetta. Quindi, senza alcun briciolo di paranoia, è bene non fidarsi della webcam e disabilitatarla quando non serve.
Come fare? Se con quelle esterne è semplicissimo – basta disconnettere il cavo USB e riconnetterlo alla bisogna, con le webcam integrate nel dispositivo, cosa oramai comunissima nei portatili, la cosa è più complessa e potrebbe essere disagevole. Peraltro intervenire via software, disabilitando la periferica, non è una operazione risolutiva. I programmi usati per l’intrusione consentono di interagire con queste funzioni e, quindi, permettono di riattivare la periferica all’insaputa dell’utente.
Io sono sempre dell’idea che le soluzioni più semplici siano le più efficaci, quindi il mio suggerimento è quello di coprire l’ottica della videocamera con un piccolo pezzo di nastro isolante da elettricista. E’ una soluzione semplice, rapida ed economica: la pecetta può essere staccata e riattaccata più volte senza problemi ed un buon nastro isolante non lascia residui di colla.
Le stesse medesime considerazioni sono da fare anche per i microfoni, che al pari delle webcam possono essere utilizzati per carpire i suoni ambientali. L’occlusione meccanica in questo caso non è però risolutiva: i microfoni interni vanno disattivati. Nella maggior parte dei casi questo può essere fatto inserendo un semplice connettore jack – si trova facilmente in ogni negozio di elettronica – nella presa del microfono esterno. In alcuni casi, quando la circuiteria è più sofisticata, questo non è sufficiente: in tal caso può venire in soccorso un microfono esterno dotato della funzione mute.
L’immagine del titolo è di Edith Soto