Riuscirà Inbox, la nuova applicazione di Google, a rivoluzionare il modo in cui ci interfacciamo alla posta elettronica?
Inbox, che al momento è utilizzabile solo su invito, si propone di dare un volto nuovo alle classiche interfacce utente dei programmi di posta elettronica – che forse sono fra le applicazioni meno user frendly fra quelle di uso comune – dandole un aspetto più social. E’ disponibile sia come applicazione standalone, scaricabile dagli app-store delle principali piattaforme, ma anche come web-app accessibile dai browser. Funzionalità ed aspetto sono simili e coerenti per tutte le piattaforme: su tutte ci si sente a casa allo steso modo.
Cominciamo dal dire che l’approccio di Inbox alla posta elettronica è totalmente differente da quanto siamo stati abituati a vedere con programmi tradizionali, e questo all’inizio può essere un po’ fuorviante. Anziché mostrare una videata piena di messaggi, cartelle e comandi a cui siamo abituati da sempre, Inbox presenta un elenco, pulito e spartano, di messaggi in attesa di essere letti.
I messaggi sono tutti raggruppati e marcati in base alle categorie, in modo da essere facilmente individuati. Di essi vengono mostrate solo ed esclusivamente le informazioni essenziali: mittente ed oggetto. Per leggere gli altri attributi, compreso data ed ora, bisogna aprire il messaggio.
Posizionandosi sull’oggetto appaiono quattro icone aggiuntive: appunta, rinvia, spunta e sposta.
Appunta serve ad attaccare una punessa ai messaggi che riteniamo importanti.
Rinvia ci consente di nascondere temporaneamente un messaggio, che riapparirà al momento voluto.
Spunta marca il messaggio come completato.
Sposta serve a trasferire il messaggio in uno dei raggruppamenti definiti.
In basso a destra un evidentissimo ‘+’ racchiuso in un pallino rosso ci fornisce la possibilità di scrivere un nuovo messaggio. Anche in questo caso anziché mostrare il classico elenco dei contatti, l’applicazione ci suggerisce i corrispondenti che usiamo più frequentemente, ma anche la la possibilità di scrivere un promemoria.
Nella barra blu in alto è disponibile un campo di ricerca, molto veloce ed efficiente, ed un interruttore che ci consente di limitare la visualizzazione ai soli messaggi appuntati, nascondendo tutto il resto.
La logica di fondo è che i messaggi devono essere visibili solo quando servono. Se riguardano fatti che ci coinvolgeranno nel futuro, basterà rinviarli per farli apparire al momento opportuno. Una volta che il messaggio ha esaurito la sua funzione, spuntandolo lo archivieremo, ma senza cancellarlo: seguendo la tradizione gmail, la cancellazione di un messaggio è cosa tanto rara che il comando relativo è in un sottomenù. I messaggi che richiedono una attenzione particolare possono essere appuntati per avere la giusta evidenza. Abbiamo anche la possibilità di scrivere un promemoria: alzi la mano chi non si è main mandato una email per ricordare qualcosa di importante.
Credo sia facile comprendere come il focus di questa interfaccia utente non sia più la sequenza temporale di arrivo delle email, bensì il valore che attribuiamo ad ogni messaggio ed alle azioni che ne derivano. E’ un approccio particolarmente utile proprio nell’uso mobile, perché consente di avere sott’occhio quello che è effettivamente importante, nascondendo tutto ciò che è superfluo, ma che rimane alla portata del potente sistema di ricerca o della navigazione nelle etichette.
La fase ad invito è oggettivamente un beta test, per cui è probabile che qualche ulteriore sorpresa sia comunque dietro l’angolo. Ad esempio, vedrei molto utile una integrazione fra i promemoria di inbox e quelli di google keep.
Da provare.