Facebook ha rilasciato la prima piattaforma modulare di dispositivi di rete ad alte prestazioni di tipo open hardware – ovvero in cui il progetto della circuiteria elettronica è liberamente utilizzabile da chi sia interessato a duplicarlo, in modo analogo a quanto succede con l’open source.
Si tratta di un switch ad altissima capacità, che stando a quanto affermato dai tecnici del social network, è in grado di crescere facilmente fino a raggiungere velocità oggi considerate appannaggio solo dei produttori top, come Cisco e Juniper, e destinato a stravolgere la logica di implementazione dei data center, le grandi batterie di server utilizzate nel mondo per gestire la impressionante mole di dati che la nostra società produce costantemente. Il tutto è realizzato assemblando componentistica standard ed utilizzando software anch’esso rilasciato in open source.
Per chi fosse interessato è possibile consultare due documenti (qui e qui) che descrivono dettagliatamente i principi di base. Non sono, peraltro, progetti futuribili, o in corso di realizzazione, ma fotografano lo stato dell’arte dell’ultimo data center di Facebook, quello di Atloona, inaugurato alla fine dello scorso anno ed in cui è stata implementata la nuova infrastruttura – che gli ingegneri della casa di Cambridge definiscono data center fabric.
Lo scopo è quello di avere ridurre la dipendenza da sistemi proprietari, avere maggiore flessibilità e minore presenza di personale umano, tutti elementi che si traducono in una drastica riduzione di costi.
L’aver rilasciato i frutti del loro lavoro nell’ambito dell’Open Compute Project non solo consentirà di diffondere le tecnologie impiegate, ma è probabilmente destinato ad avere nel futuro un impatto significativo sul mondo del networking.
La fotografia dello switch, chiamato 6-pack, è di Facebook.