Trent’anni fa, il 23 Luglio del 1985, veniva presentato il Commodore Amiga, un personal computer che ha segnato una generazione per le sue caratteristiche altamente innovative. Come molti dei grandi successi di quell’epoca, Amiga nasce dall’acquisizione di una promettente società (oggi le chiameremo start-up), la Hi-Toro, nata da un gruppo di fuoriusciti di Atari. I tecnici misero a punto un hardware molto potente per l’epoca, basato sul microprocessore Motorola 68000 – lo stesso utilizzato da Apple per il suo Mac. Molta della potenza derivava però dall’elettronica di contorno, largamente basata su dei prodotti custom, progettati e costruiti appositamente per l’Amiga. Denominati OCS (Original Chip Set) implementavano le funzionalità grafiche e sonore, che erano per l’epoca straordinariamente avanzate.
Il Chpset era formato da tre componenti principali. Agnus, il controller della memoria, esisteva in varie versioni e poteva indirizzare fino a 2MByte di RAM. Denise, il controllore video, era in grado di produrre immagini video da 640×512 pixel a 32 colori scelti fra una tavolozza di 4096, con supporto per sprite e scrolling video. Paula, il chip sonoro, aveva 4 canali indipendenti in PCM.
Sono caratteristiche che non vanno lette con il metro di oggi. Nel 1985 si misurava direttamente con il Mac ‘classic’ (128k, grafica bianco e nero da 512×342 pixel, audio 8 bit mono, surclassandolo di molto. Altre piattaforme, come PC ed Atari ST, erano ancora più indietro.
Ma l’elemento più avanzato era costituito al software, e dalla sua interfaccia grafica Intuition – di R.J. Mical (nella foto del titolo) – a finestre e straordinariamente user friendly.
Commodore organizzò un eclatante lancio che vide la partecipazione di Andy Warhol e di Debbie Harry, la leader del gruppo musicale Blondie. Warhol usò una telecamera per catturare una immagine della cantante e la modificò con un programma di editing grafico sull’Amiga in tempo reale. Per l’epoca era pura fantascienza.
Nonostante i contenuti fortemente innovativi, ed il grande successo riscosso dalla piattaforma, Amiga seguì le sorti della Commodore e fu liquidata nel 1994.
La sua eredità è comunque tutt’ora viva grazie al gran numero di emulatori, che consentono di ricreare virtualmente il suo hardware e di continuare ad utilizzare la grandissima libreria di programmi realizzati per essa.
La foto del titolo, con RJ Mical, è di Patrick Mansfield. Le altre foto sono di Wikipedia.
1 commento
Io ho avuto per alcuni anni un Amiga 500 e l’ho utilizzato in modo particolare per realizzare grafica TV: per vari anni ho curato le proiezioni elettorali per una televisione privata potentina, ed era un ottimo ed economico sistema per produrre immagini ed animazioni in grado di essere trasmesse. L’uscita video composita, ‘depurata’ da un genlock, produceva risultati eccellenti, per certi versi migliori di quelli che in quegli anni producevano le reti ammiraglie.